Cannabis Sativa

Cannabis sativa

Cannabis, cannabis light, canapa e Marijuana: tutto quello che c’è da sapere

Nel nostro blog abbiamo parlato dei fitocannabinoidi (i principi attivi derivati dalla Cannabis sativa) dei loro effetti e benefici per la salute, di quali disturbi o problemi possono aiutare a risolvere. In questo articolo, invece, parleremo di cosa è la cannabis e cosa si intende con i tanti termini (ad esempio cannabis, canapa e marijuana) che utilizziamo nel linguaggio di tutti i giorni.

Generalmente la marijuana è spesso considerata dall’opinione pubblica come una pianta destinata esclusivamente all’uso ricreativo. Con la conseguenza che l’alto valore della cannabis medica, delle piante di tipo canapa e dei prodotti di canapa nell’alimentazione, nell’industria della salute e del benessere, nelle comunità scientifiche e mediche e nell’economia globale è stato molto sottovalutato (Cadena, 2018). Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Molte persone che si sono appena accostate al mondo della canapa sativa – magari perché incuriosite dalle virtù terapeutiche del suo estratto (olio di CBD) – inizialmente potrebbero sentirsi confuse circa i presunti effetti collaterali della cannabis s. stessa.

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Sulla canapa s. esiste ancora, infatti, un certo alone di “diffidenza”. Ciò è dovuto al fatto che persiste tuttora, nell’immaginario collettivo, una sua associazione all’immagine del fumare marijuana per “sballarsi”, ritrovandosi poi dipendenti da questa sostanza stupefacente.

Niente di tutto ciò! Quando si parla di canapa s. non si fa riferimento a questo tipo di utilizzo, bensì a una risorsa dalle importantissime proprietà benefiche per l’equilibrio psico-fisico dell’uomo.

Dalla canapa s. viene, infatti, estratto un olio essenziale (CBD), con cui è possibile alleviare e risolvere una molteplicità di problematiche. Si tratta di un prodotto 100% legale, senza controindicazioni né effetti collaterali, che Eusphera realizza in maniera sicura, certificata e con materie prime di altissimo livello.

L’olio di CBD si ottiene da una varietà di canapa s. appositamente selezionata per non sortire alcun tipo di effetto psicotropo (il cosiddetto “sballo”), in quanto presenta livelli di THC pressoché inesistenti (massimo lo 0,2%, come prescrive la legge).

Cannabis sativa, canapa e mariujana: cosa sono?

La Cannabis sativa L. è una pianta angiosperma (piante il cui seme è contenuto in un frutto) appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, una piccola famiglia di piante erbacee annuali che comprende anche il luppolo (uno degli ingredienti fondamentali per la produzione della birra) (Jin et al., 2019).

I termini “canapa” e “marijuana” fanno riferimento a piante appartenenti entrambe alla specie Cannabis, ma che differiscono per il loro contenuto di Δ9-tetraidrocannabinolo (o semplicemente THC): basso contenuto, per la canapa, o alto contenuto, per la marijuana. Il termine generale “cannabis”, invece, comprende sia le piante di canapa che quelle di marijuana (Johnson, 2019).

La cannabis è stata utilizzata dalle popolazioni di tutto il mondo per millenni. Testimonianze ritrovate a Taiwan indicano che già 12000 anni fa (durante il neolitico) la cannabis era utilizzata per vari scopi. (Li, 1974). La canapa, ad esempio, è considerata la più antica pianta coltivata per la produzione di fibre tessili e corde (Cherney e Small, 2016), mentre i semi e l’olio di canapa sono stati storicamente utilizzati come cibo (Farinon et al., 2020). La marijuana, invece, è stata a lungo utilizzata per scopi sia ricreativi sia medici (Piluzza et al., 2013).

La testimonianza più antica dell’uso medico della cannabis risale a 5.000 anni fa, quando veniva utilizzata per il trattamento dei reumatismi, della malaria e come rimedio contro l’affaticamento (Abel, 2013). Tutte le popolazioni del mondo antico (Assiri, Egizi, Indiani, Persiani, Greci e Romani) avrebbero utilizzato la cannabis a scopo medico (Leghissa et al., 2018).

Cannabis: quante varietà o specie esistono?

Come abbiamo già accennato, la cannabis include sia la canapa (hemp, in inglese) sia la mariujana. Tuttavia, la classificazione delle diverse specie di cannabis continua a essere un argomento molto dibattuto nel mondo scientifico (Sawler 2015). Infatti, alcuni esperti riconoscono l’esistenza di tre diverse specie di Cannabis: C. sativa, C. indica e C. ruderalis (Pollio, 2016), mentre altri riconoscono una sola specie, la C. sativa L., che comprende due sottospecie: la sativa e la indica (Small e Cronquist, 1976, UNODC.org). Tuttavia, dopo millenni di coltivazione e incroci a livello globale, nessuno di questi sistemi di denominazione (nomenclatura) riflette in modo accurato la diversità e la complessità delle moderne piante di cannabis.

Nel 2020, nel tentativo di fare un po’ di ordine nella nomenclatura, l’United States Pharmacopeia (USP) Cannabis Expert Panel (CEP) ha suggerito di classificare la cannabis in base al tipo (chemiotipo) dei fitocannabinoidi contenuto nelle piante: 1) chemiotipo a dominanza di tetraidrocannabinolo (THC); 2) chemiotipo intermedio con THC e cannabidiolo (CBD); 3) chemiotipo a dominanza di CBD (Sarma et al., 2020). Ognuna di queste nuove classi, può essere a sua volta sottoclassificata in funzione del contenuto di altri fitocannabinoidi (come il cannabigerolo, il cannabinolo) e di altre sostanze presenti nell’estratto di cannabis (come i terpeni e i flavonoidi).

Questa moderna classificazione è particolarmente utile quando ci si riferisce alle infiorescenze femminili delle piante di Cannabis, che rappresentano la parte della pianta più utile per la produzione dei preziosi fitocannabinoidi. Le piante maschili sono più adatte, al contrario, alla produzione di fibre.

Come molte altre specie di piante, anche la cannabis sativa presenta una distinzione fra piante maschio e piante femmina. Il meccanismo di riproduzione maschio-femmina permette alla specie di evolversi biologicamente in meglio (con esemplari dalla genetica sempre più forte), e rende anche possibile ai coltivatori effettuare incroci per ottenere varietà con caratteristiche selezionate ben precise.

Nel dettaglio, gli esemplari maschio, dopo lo sviluppo, sono dotati di stami (piccoli filamenti che si trovano nelle infiorescenze e che terminano con le antere) dove si forma il polline. Le femmine, invece, presentano nei propri fiori dei pistilli, che assomigliano a minuscoli peli.

Compito delle piante maschio è riversare nell’aria il polline, mentre le piante femmina lo imprigionano per poter essere fecondate. In questo modo si conservano le informazioni genetiche che formeranno il corredo genetico dei nuovi semi.

Canapa e marijuana: quali sono le differenze?

Quando si parla di cannabis, molto spesso non si fa attenzione ai termini che si usano e questo ha creato in passato (e lo crea tutt’ora!) grande confusione. Pur essendo entrambe cannabis, quali sono allora le differenza che ci permettono di distinguere tra canapa e mariujana?

Fondamentalmente, il termine “marijuana” si riferisce a piante di cannabis con potenziale effetto psicotropo (il famoso “effetto drogante” o da sballo), ad elevato contenuto di THC e utilizzate sia a scopo ricreativo che terapeutico.

Il termine “canapa” si riferisce, invece, a piante di cannabis non inebrianti (bassissimo contenuto di THC) ma che possono essere utilizzate in tanti modi utili e diversi, come, ad esempio, la produzione di stoffe e tessuti, di prodotti nutraceutici, farmaceutici, o prodotti alimentari, bevande, prodotti veterinari e altri manufatti e prodotti industriali.

E la cannabis Light?

Il termine cannabis light si usa per indicare quelle piante di cannabis con un basso contenuto di THC e un più o meno elevato contenuto di cannabidiolo (CBD). E la cannabis può essere light solo se rispetta determinati requisiti imposti dalla legge che la rendono legale.

Ma, in che senso “legale”? Per poter essere definita light, una pianta di cannabis DEVE avere un contenuto di THC inferiore al limite di legge, che viene espresso in % di THC presente nella pianta secca rispetto al peso totale della pianta. Questo limite di legge varia di paese in paese.

Per la legge italiana la cannabis è legale, e quindi è cannabis light, se il livello di THC è inferiore al 0.5%. La quantità di CBD, invece, non è limitato dalla legge: il cannabidiolo, infatti, non ha effetti psicotropi, quindi non altera lo stato mentale. Al contrario è oggetto di grande interesse scientifico e ormai sono numerosi gli studi che dimostrano i suoi effetti benefici e terapeutici in diversi ambiti: nel trattamento dei sintomi dell’ansia, dell’infiammazione, degli attacchi di panico, dell’emicrania.

In Italia, quindi, la vendita della Cannabis sativa light, è legale dal 2016 (Legge 242 del 2/12): può essere effettuata anche senza nessuna autorizzazione particolare, a patto che la concentrazione di THC nelle infiorescenze destinate alla vendita non superi lo 0,5%.

La coltivazione della cannabis sativa è legale soltanto se si impiegano semi di cannabis sativa light certificati, di cui si possa accertare la tracciabilità, e commercializzati esclusivamente da esercizi autorizzati.

Eusphera e i prodotti a base di canapa

Eusphera, grazie a tecnologie di avanguardia, produce olio di canapa o olio di cannabis di altissima qualità e a bassissimo contenuto di THC.

I nostri oli di canapa (Hemp oil) contengono differenti concentrazioni di cannabidiolo (10%, 20%, 30%). Ma non solo! Gli Hemp oil di Eusphera contengono l’intero “spettro” (il full spectrum) di fitocannabinoidi e altre sostanze benefiche, come i terpeni e i flavonoidi, con il risultato che gli Hemp Extract full spectrum (gli oli con estratto di canapa o Cannabis s.) di Eusphera esprimono al massimo le proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e miorilassanti della pianta e possono essere utilizzato per ridurre gli stati di stress e ansia. Le loro proprietà terapeutiche sono quindi molto più potenti dei comuni oli al CBD (o CBD oil) che puoi trovare in commercio, proprio perché conservano tutti principi attivi che è possibile estrarre dalla pianta di canapa (o di Cannabis).

Per qualsiasi informazione o delucidazione sugli usi dell’olio di cannabis sativa, contattaci e ti daremo ogni indicazione.

La cannabis dà dipendenza?

Fatta questa necessaria premessa, sì, esiste effettivamente una correlazione tra cannabis e dipendenza. Quello che bisogna sottolineare è che ciò può accadere esclusivamente nell’ambito di un consumo eccessivo di marijuana, le infiorescenze essiccate della cannabis “vera e propria”, che sono destinate ad essere fumate a scopo ricreativo.

Per intenderci, la cannabis è la pianta deputata a questo scopo, mentre la canapa sativa è quella selezionata esclusivamente per l’utilizzo terapeutico, priva di effetti collaterali, dalla quale si estrae l’olio di CBD.

La cannabis per scopo ricreativo contiene alti valori di THC, che è la sostanza responsabile dell’effetto psicoattivo (fino al 30%), mentre la canapa s. impiegata per l’estrazione dell’olio di CBD, come anticipato, può arrivare al massimo a uno 0,2% di THC.

Sintomi della dipendenza da cannabis

La dipendenza da cannabis è dovuta essenzialmente al senso di euforia, “sballo” e benessere generalizzato che il THC suscita nella psiche quando viene assorbito dall’organismo. Questo accade quando si verifica un abuso della cannabis stessa, che causa una vera e propria intossicazione.

I principali effetti della dipendenza da cannabis sono:

  • La comparsa di paranoia e di un senso di angoscia ed ansietà,
  • Nei casi più gravi, disturbi della memoria e deficit dell’attenzione;
  • Può determinare un’alterazione nella percezione del reale e una notevole diminuzione dei riflessi;
  • Un senso di disinibizione che può portare a sottovalutare determinati rischi.

Tutto ciò, a lungo andare, può tradursi nell’incapacità di assolvere ai normali compiti quotidiani e soprattutto alle attività professionali e allo studio.

Dipendenza da cannabis, come uscirne

Qual è, dunque, la terapia da mettere in atto per eliminare la dipendenza da cannabis? In questi casi, la terapia psicologica è lo strumento più indicato, perché rende possibile al soggetto riprendere progressivamente il controllo della propria sfera interiore, abbandonare gradualmente il bisogno di ricorrere alla sostanza stupefacente e superare le crisi d’astinenza.

Per combattere la dipendenza da cannabis si adotta sovente anche un approccio farmacologico, che consente di sottrarre intensità ai sintomi dell’astinenza e di sostenere i soggetti particolarmente colpiti da stati depressivi.

Curare la dipendenza da cannabis, dunque, è senz’altro possibile; ovviamente, richiede grande forza di volontà da parte della persona coinvolta e la seria intenzione di riprendere in mano le redini della propria vita.

Referenze

Abel, E. L. (2013). Marihuana: The First Twelve Thousand Years. Germany: Springer Science & Business Media.

Cadena, A. (2018). Hemp vs Marijuana: the Difference Explained (2019 Update). Available at: https://cbdorigin.com/hemp-vs-marijuana/(Accessed Sep 02, 2019)

Cherney, J., and Small, E. (2016). Industrial Hemp in North America: Production, Politics and Potential. Agronomy 6 (4), 58. doi:10.3390/agronomy6040058

Farinon, B., Molinari, R., Costantini, L., and Merendino, N. (2020). The Seed of Industrial Hemp (Cannabis Sativa L.): Nutritional Quality and Potential Functionality for Human Health and Nutrition. Nutrients 12 (7). doi:10.3390/nu12071935

Jin, J., Yang, M., Fritsch, P. W., Velzen, R. V., Li, D., and Yi, T. (2019). Born Migrators: Historical Biogeography of the Cosmopolitan Family Cannabaceae. J. Syst. Evol. 58, 461–473. doi:10.1111/jse.12552

Johnson, R. (2019). Defining Hemp: A Fact Sheet. Washington, D.C: Congressional Research Service, 44742. Available online: https://www.everycrsreport.com/files/20190322_R44742_1b0195c6aa7e2cad29256c85a8574347c1ee833d.pdf.

Leghissa, A., Hildenbrand, Z. L., and Schug, K. A. (2018a). A Review of Methods for the Chemical Characterization of Cannabis Natural Products. J. Sep. Sci. 41 (1), 398–415. doi:10.1002/jssc.201701003

Li, H-L. (1974). An Archaeological and Historical Account of Cannabis in China. Econ. Bot. 28 (4), 437–448. doi:10.1007/bf02861426

Piluzza, G., Delogu, G., Cabras, A., Marceddu, S., and Bullitta, S. (2013). Differentiation between Fiber and Drug Types of Hemp (Cannabis Sativa L.) from a Collection of Wild and Domesticated Accessions. Genet. Resour. Crop Evol. 60 (8), 2331–2342. doi:10.1007/s10722-013-0001-5

Pollio, A. (2016). The Name of Cannabis: A Short Guide for Nonbotanists. Cannabis Cannabinoid Res. 1 (1), 234–238. doi:10.1089/can.2016.0027

Sarma, N. D., Waye, A., ElSohly, M. A., Brown, P. N., Elzinga, S., Johnson, H. E., et al. (2020). Cannabis Inflorescence for Medical Purposes: USP Considerations for Quality Attributes. J. Nat. Prod. 83 (4), 1334–1351. doi:10.1021/acs.jnatprod.9b01200

Sawler, J., Stout, J. M., Gardner, K. M., Hudson, D., Vidmar, J., Butler, L., et al. (2015). The Genetic Structure of Marijuana and Hemp. PloS one 10 (8), e0133292. doi:10.1371/journal.pone.0133292

Small, E., and Cronquist, A. (1976). A Practical and Natural Taxonomy for Cannabis. Taxon 25 (4), 405–435. doi:10.2307/1220524

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Articolo scritto da Cecilia Pinchera

Cecilia Pinchera

Biologa molecolare, laureata in Scienze Biologiche e successivamente in Genetica e Biologia Molecolare. Durante la laurea magistrale ha svolto attività di ricerca nel campo della neurofisiopatologia, occupandosi, in particolare, della SLA e dei suoi meccanismi neurodegenerativi e fisiopatologici. Dal 2022 collabora con Eusphera, un'azienda nutraceutica pioniera nella lavorazione e produzione di cannabidiolo e altri fitocannabinoidi con attività non psicotropa in Europa.

Si ricorda che allo stato il CBD è una sostanza farmacologicamente attiva (“API”) non psicotropa presente, peraltro, nel medicinale “Epidiolex” autorizzato dalla EMA (che consiste in un olio con CBD al 10% estratto da infiorescenze di cannabis sativa L.).  Le composizioni contenenti ad uso orale CBD possono inoltre essere allestiti in farmacie mediante preparazioni galeniche secondo le procedure previste dalla monografia presente nella farmacopea tedesca e secondo i dettami dell’art. 5 della L. n. 94/1998 (cd. “Legge Di Bella”).

Ai sensi del D.M. Min. Salute del 7.08.2023 le composizioni per somministrazione ad uso orale di CBD ottenuto da estratti di cannabis sono inseriti nella tabella dei medicinali, sezione B, di cui al DPR 309/1990. Al contempo, al pari di altre sostanza farmacologicamente attive (glicerina, bromelina, acido azelaico ecc.), il Cannabidiolo può anche essere impiegato come ingrediente nella formulazione di prodotti cosmetici, dal momento che, pur avendo effetti sul corpo, questi non incidono in maniera significativa nei processi biochimici umani. Il Cannabidiolo, infatti, è ammesso dal Reg. (CE) n. 1223/2009 come ingrediente cosmetico sia di produzione sintetica che di origine naturale purchè estratto da parti non vietate della pianta di cannabis sativa L. dalla Single Convention on Narcotic Drugs.

Tutti i prodotti commercializzati da Eusphera e presenti in questo sito sono integratori alimentari conformi alla normativa vigente o prodotti cosmetici ad uso topico esterno nei quali sono stati impiegati ingredienti conformi alla vigente normativa in materia cosmetica. Tali prodotti NON sono medicinali

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